Stamani, accedendo alla mia posta elettronica, mi sono ritrovato una di quelle Email che avrei preferito non ricevere mai.
L’Associazione Campo Della Memoria mi comunicava che “La scorsa notte a Roma ci ha lasciati all'età di 92 anni, Pasca Piredda, Segretaria personale del Comandante e Capo ufficio stampa della Decima“.
La figura di Pasca, il pezzo di storia che rappresenta, è indispensabile che vengano ricordati soprattutto alle giovani generazioni. Tra l’altro Pasca, benché novantaduenne, non era affatto anziana, era ancora una giovanissima ausiliaria della Decima Flottiglia Mas, costretta da un sortilegio malefico a vivere nel corpo di una vecchia.
Non è facile parlare di lei e della Decima ai nostri giovani che tutto sanno di veline e di tronisti ma nulla conoscono della nostra storia nazionale.
Ci proverò, nelle poche migliaia di battute che gli spazi giornalistici mi consentono. L’8 settembre 1943, da molti è considerata come la morte della Patria. Fu la data che segnò una resa senza condizioni, contrabbandata per armistizio, e alla quale seguì la triste vicenda di un re spaventato che saltò sul carro del vincitore.
Non tutti accettarono questo gioco al massacro e il Principe Juno Valerio Borghese, Comandante della Decima Flottiglia Mas, intese continuare la guerra a fianco dello stesso Alleato con il quale aveva iniziato quel conflitto. Fu così che la Decima, da reparto d’assalto di Marina, si trasformò in una Divisione di fanteria di Marina che manteneva comunque attivi reparti di assaltatori subacquei.
Per gli uomini di Borghese non fu importante vincere o perdere, ma come si vince e come si perde. Nel momento di un cambio di fronte tristissimo che avrebbe impresso alle nostre armi il marchio del voltafaccia, i marò della Decima intesero schierarsi a tutela della Patria.
Sia chiaro al lettore che la Decima non difese il fascismo. La Decima non difese alcuna ideologia politica, ma fu solo un reparto militare che intese continuare a combattere a difesa della Patria invasa dagli eserciti stranieri. La Decima fu un fatto squisitamente militare.
Del reparto di Borghese fece parte il S.A.F., il Servizio Ausiliario Femminile Decima, e tra le donne del S.A.F. vi fu Pasca Piredda. Era una brunetta di origini Nuoresi, laureata in Scienze coloniali che, praticamente rapita da tre ufficiali decumani dalla segreteria del Ministro Mezzasoma, divenne poi responsabile dell’ufficio stampa della Decima Flottiglia.
Con la fine della guerra, con i campi di concentramento e la galera o la diaspora per i marinai di Junio Valerio Borghese, la battaglia del principe, in difesa della Patria, non ebbe termine. In questa sua lotta, in un’Italia che andava sempre più alla deriva ideologica, gli fu vicinissima Pasca Piredda.
Per parlare di Pasca ai nostri giovani, bisognerebbe prima spiegare loro che cos’è la Patria, la terra dei padri, il posto dove i cuori che battono lo dovrebbero fare in sincrono, perché accomunati da una storia comune. Purtroppo, i nostri ragazzi, tutti aspiranti tronisti o veline, sono stati cresciuti senza storia, senza ricordi comuni, senza tradizioni e senza passioni che non siano quelle dell’apparire piuttosto che dell’essere.
Per questo motivo la figura di Pasca Piredda è quanto mai oggi attuale, perché è la figura di una donna che ha speso la sua vita in nome di un’idea. Era questa l’idea di una Patria italiana più bella e più grande.
I funerali di Pasca si svolgeranno venerdì 9 gennaio alle ore 10 nella Chiesa di S. Pancrazio, Largo S. Pancrazio, 5 in Roma. Se un solo giovane, letto questo breve articolo, vorrà essere presente a quei funerali, io non avrò perso tempo a scrivere, avendo guadagnato un italiano dal mondo dei tronisti.
E mail pervenuta da Daniele Lembo alle ore 16,51 di oggi
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Egregia Alessandra,
Ho avuto la fortuna di conoscere Pasca Piredda anche se negli ultimi anni della sua vita, e voglio unirmi al suo ricordo perché la tengo sempre nel cuore. Nel 1996 io, ragazzotto di quasi trent’anni, trovai lavoro come custode nel condominio dove abitava con la figlia Federica e la nipote Valentina, a Monteverde. Una persona generosa, gentile, sempre pronta all’ascolto ma soprattutto sempre, e ripeto sempre, con il sorriso sulle labbra. Ogni volta che ci incontravamo mi salutava sempre con: “Ciao, come stai?” e io rispndevo, dandole rigorosamente del Lei: “Bene grazie, lei come sta?” Era pacata, paziente, mi trasmetteva gioia, ero affascinato da lei. Generosa dicevo prima, ogni volta che passavo davanti alle finestre di casa mi offriva un caffè o tè e se non li aveva pronti li preparava apposta per me. La ricordo sempre con un’elegante gonna grigia, con una bellissima giacca blu, con i capelli castani lunghi fino alle spalle. Sapevo che era della Decima ma mai avrei immaginato che una persona così gentile, pacata, generosa avesse avuto una vita così ricca! È stata sua figlia Federica Debè a parlarmi un po’ di lei a prestarmi il libro che Pasca stessa ha scritto sulla propaganda della X Mas. Sono onorato di averla conosciuta. Pasca, a 13 anni dalla tua morte ti ricordo e ti ricorderò sempre con tanto affetto!
Andrea da Roma.
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